Premio Menzione Speciale della Giuria
sezione: Vernacolo
Ida Calise
per la poesia “ ’O viaggio”
E’ singolare questo viaggio “pe’ sciogliere e penziere” come scrive l’autore, perché sembra suscitare le aspettative tipiche del viaggio: evasione, stupore, novità .. e invece è un percorso a ritroso nella propria vita seguendo i “solchi” che essa ha tracciato sul volto.
La lirica trasmette una soffusa e delicata tristezza e, con sapiente quanto originale gioco di metafore, reso ancor più efficace dalla forza espressiva dialettale, rievoca una giovinezza irrimediabilmente perduta.
sezione: Vernacolo
Vincenzo Cerasuolo
per la poesia “ll’urdema vota”
La lirica, nella sua struttura così originale per la varietà dell’impostazione delle strofe e per la sapiente disposizione delle parole, si snoda attraverso un percorso che, col suo andamento, per così dire, circolare, ci offre l’immagine di un primo piano, l’alba, intorno a cui ruotano, in un’arcana armonia, i suoni e gli elementi della natura, dalla luna alle stelle, dal mare alle nubi che vanno ad adagiarsi mollemente sulla meravigliosa radiosità dell’alba, che fuga sì le tenebre, ma, porta via, altresì, malinconicamente le illusioni.
E’, la composizione, simile al volo di una farfalla, leggero, felpato, quasi evanescente, che si libera in un’atmosfera diafana. La stessa notte è tratteggiata con delicate pennellate che alternano luci ed ombre; le une e le altre, peraltro, come avvolte in sapienti ed efficaci figure retoriche, scorrono tenui sulla morbida tela del cielo.
sezione: Vernacolo
Benito Galilea
per la poesia “Pecchì”
In una stretta corrispondenza tra forma e contenuti, l’alternanza chiaroscurale notte-giorno fa da sfondo alla dialettica vita –morte, che, a sua volta, affiora nel dialogo tra l’io e il tu: agli interrogativi dell’interlocutrice, l’io lirico contrappone l’invito anaforico a tacere, a godere, con un accostamento ossimorico, del silenzio della notte “che parla in noi”, a lasciare, insomma, che sia la natura a fornire le risposte. Sarà, perciò, l’alba del nuovo giorno, che dissolve la notte e, insieme, i dubbi, a suggerire l’immagine di una ciclica alternanza di vita e morte nella natura così come nell’uomo.
sezione: Vernacolo
Mario Sodano
per la poesia “ Natale”
Natale d’altri tempi, ricco di cose semplici ma autentiche, come l’innocenza dei bimbi che si trastullano in una magica atmosfera. Suscita nostalgie d’altri tempi che non tornano più se non nella nostra memoria. Sono momenti fatti di rapporti umani di viva solidarietà, speculari del messaggio che gli angeli hanno annunciato a tutti gli uomini di buona volontà.
Tutte le tradizioni nostrane scorrono veloci su versi qua e là ….. della poesia, che si dipana in un gioco di consonanze, allitterazioni e assonanze che richiamano nostalgicamente i canti popolari legati alla più suggestiva festa della nostra religione.
Premio Menzione Speciale della Giuria
sezione: Lingua Italiana
Margherita Senatore
per la poesia “Antiche nostalgie”
Il testo che, a una prima lettura, sembra una semplice descrizione di paesaggio, si rivela, invece, carico di significati allusivi legati fra loro.
La lirica, dalle forti suggestioni, richiama immagini lontane che affondano le loro radici nell’animo del poeta, il quale ricorda con profonda nostalgia ed amarezza il tempo passato. L’organizzazione dei contenuti ha una disposizione particolare: una parte iniziale descrittiva nettamente separata dagli ultimi versi esplicitamente meditativi.
Nella poesia la descrizione della vita del “paese natio” è affidata a scenette successive, ciascuna incentrata su un ben preciso personaggio e ciascuna costruita con amorosa e affettuosa cura dei particolari. A fare da filo conduttore è la presenza del poeta che diventa partecipe della vita del suo “paese” anche se solo come osservatore. Nel componimento, il piacere del poeta non può avere consistenza nel presente; esso si giustifica solo come speranza nel futuro o ricordo del passato.
Una sintassi prevalentemente semplice, il linguaggio diretto ed essenziale, l’aggettivazione ricercata al fine di conferire sfumature sentimentali ai versi, le forme verbali che si alternano a seconda del pensiero poetico costituiscono gli altri espedienti tecnici di questo componimento.
Premio Menzione Speciale della Giuria
sezione: Lingua Italiana
Wladimiro Tomaino
per la poesia “Mendicante di speranza”
La lirica è connotata da toni profondamente drammatici. Il piano del significato, infatti, si avvale di un unico campo semantico che, ricorrendo ad analogie e metafore, rievoca la desolazione, la rabbia, l’angoscia dell’uomo contemporaneo quasi “inchiodato” a scenari di guerra dove la pietà e il sogno sono fantasmi lacerati.
Al poeta, tuttavia, non è concesso il disimpegno e, per quanto smarrito, cerca, insegue, mendica …… un “pentagramma di luce” che spezzi le catene di “filo spinato” e diffonda note di speranza più forti del tumulto dei cannoni.
sezione: Lingua Italiana
Alfredo Di Marco
per la poesia “Fra le mie pietre”
La lirica risalta per una sapiente quanto incisiva struttura circolare, in cui l’albero del sughero sembra delinearsi come simbolo della terra natale, a cui il poeta eleva il suo canto e conferma con passione la sua appartenenza.
Di mezzo scorrono suggestivi bozzetti, in cui, attraverso il linguaggio analogico, la presenza umana si armonizza con l’elemento paesistico, mentre l’uso reiterato dei deittici denota il forte legame affettivo del poeta con la propria terra.
sezione: Lingua Italiana
Maria Vittoria Catapano
per la poesia “L’albero della vita”
La natura, nei suoi colori, nei suoi squarci pittorici, nelle atmosfere della sua magia, offre linfa vitale al lavoro che, carico di forti suggestioni, si snoda fluido come su note sognanti che scorrono sull’alternarsi di melodiose corde.
Le immagini si nutrono di metafore di rara efficacia espressiva, di viva freschezza e di spirituale intensità, che generano nel lettore profonde emozioni.
sezione: Lingua Italiana
Emilia Fragomeni
per la poesia “ Un urlo nel petto …”
La lirica colpisce per la straordinaria efficacia formale: è un flusso metaforico ininterrotto, quasi danza di suoni che, in un susseguirsi di interrogativi dai toni delicati, esprime intime corrispondenze tra il suono dei violini, della cicala, del vento, delle onde .. e lo stato d’animo del poeta, felicemente riassunte nell’urlo nel petto.
L’urlo ha la forza di una sinfonia liberatoria che, nel momento stesso in cui opera una osmosi tra l’autore e la natura, effonde le note di un canto che tra i “fossi di spine” del presente fa brillare l’incanto di un “mondo più dolce”.
Leave a Comment